martedì 14 ottobre 2014

INTERVISTA A MASSIMILIANO COLOMBO

Oggi su questo blog ho lonore di intervistare Massimiliano Colombo, un pezzo da novanta della narrativa italiana contemporanea, lautore de La Legione degli Immortali, Il Vessillo di Porpora e Draco, L'ombra dell'Imperatore, tutti successi editi negli ultimi anni e già tradotti allestero.
Dunque, Massimiliano, il tuo genere di riferimento è quello del romanzo storico-avventuroso, nel quale personaggi di fantasia interagiscono con personaggi realmente esistiti o si muovono sullo sfondo di vicende reali. Quando inizi a pianificare una storia, quanto peso dai alla componente di fantasia? E quanto a quella storica?

Massimiliano Colombo
Lidea iniziale della stesura di un libro parte da un fatto storico realmente accaduto al quale si affiancano uno o più personaggi inventati. Possiamo dire che nei primi momenti la fantasia é davvero minima perché cerco di recuperare quanto più materiale possibile riguardo agli avvenimenti realmente accaduti. Poche stringate righe di un autore latino di duemila anni fa possono fornire grandi idee e materiale sul quale creare storie meravigliose e personaggi incredibili. Un nome, un ritrovamento, una incisione funeraria, un oggetto, ed ecco che il passato torna a noi carico di mistero e magia. Tutte queste realtà interpretate con una forte dose di immaginazione creano una sorta di alchimia che trasforma i dati storici in espressioni, volti, che dalloblio dei secoli tornano ad essere emozione e quindi vita.

Protagonisti dei tuoi romanzi sono spesso legionari romani, militari professionisti dalla forte tempra. In che misura ti rispecchi in loro?

Credo di essere nato con in mano un soldatino, ho disegnato e dipinto legionari romani fin dalla più tenera età e a dieci anni ho chiesto ai miei genitori di andare a Roma a vedere la tomba di Giulio Cesare. Porto quindi nei miei geni lammirazione e un profondo rispetto per tutti quelli che, nelle mutevoli stagioni della nostra storia, hanno dimostrato senso del dovere e onore di fronte ad una chiamata alle armi.
Tengo a precisare che la mia non è una sorta di esaltazione dello spirito guerriero, ma ammirazione per tutti quegli uomini che sono rimasti fedeli a dei principi e hanno continuato a lottare, nonostante la sorte avversa. Mi rispecchio in loro perché limmagine di chi serve il proprio Paese è un modello di positività che a volte, purtroppo, la società non riconosce.

Mentre scrivi, ti rivolgi ad una tipologia di pubblico in particolare? E, secondo te, è giusto che lo scrittore rinunci a qualcosa di suo gusto per venire incontro alle esigenze dei lettori?

Vorrei non rivolgermi solo ad un particolare tipo di pubblico, ma è inevitabile, considerando che scrivo romanzi storici e quindi libri indirizzati ad appassionati del genere. I miei lavori vogliono trasmettere lo spirito di tempi antichi, ma il tutto deve essere fatto in chiave moderna inserendo quegli ingredienti che piacciono al lettore di oggi. Ritmo, equilibrio, suspense e una cosa che mi riesce difficilissima, quella di delineare un personaggio principale nel quale il lettore si identifica per vivere la storia.
Se non vengo incontro alle esigenze dei lettori purtroppo smetto di vendere, quindi non sarebbe molto producente riportare i fatti attenendosi scrupolosamente a modi di dire antichi o note esplicative a piè pagina. La storia deve correre, deve incantare, deve rapire, deve far provare lebbrezza di una cavalcata in corazza dando unemozione, anche se magari non é espressamente attinente alla realtà dei fatti.


Progetti futuri che non siano top secret?

Sto scrivendo un libro sulla battaglia del Sentino e ne ho pronto un altro sulla campagna di Sertorio in Spagna, unidea che era nel cassetto da prima che cominciassi a scrivere Draco, lombra dellimperatore. Sertorio è una delle figure più controverse e discusse dalla storia di Roma e il libro è ambientato in Spagna, un paese che mi sta dando davvero molte soddisfazioni con la versione spagnola de La Legione degli Immortali, edita da Ediciones B, che è già arrivata alla sua terza edizione, traguardo che in Italia non è mai stato raggiunto. Peccato constatare che la Storia del più grande impero di tutti i tempi interessi poco agli italiani, chissà che paese sarebbe ora il nostro se ci fosse rimasta una piccola parte della tenacia e della mentalità vincente dei nostri antenati.

Facendo un passo indietro, come hai deciso di intraprendere la carriera dello scrittore? C’è un consiglio che ti senti di dare a chi si cimenta per la prima volta con il mondo delleditoria?

Ho iniziato a scrivere perché era più bello che leggere. Ho iniziato a scrivere perché così facendo mi sembrava di parlare con tutti quei personaggi storici che ho amato fin da piccolo. Non leggo di Claudio Flavio Giuliano, vivo con lui per cinquecento lunghe pagine, due anni e mezzo di lavoro nei quali mi sembra di averlo realmente conosciuto. È innegabile che io abbia fatto un pezzo delle mia vita in sua compagnia, ogni giorno, ogni notte.
Ho iniziato a scrivere perché così facendo posso fermare il tempo, riprendere in mano una delle pagine scritte e ricordarmi di quella serata, di quel pensiero, di quel particolare momento. Tra quelle righe ci sono io, i miei sogni questa grande passione per quegli uomini che hanno saputo fermare lattimo e creare il nostro passato, regalarci qualcosa che utilizziamo senza riconoscenza e gratitudine: il progresso.
Un consiglio a chi vuole provarci? Non aspettatevi nulla, leditoria é spietata e limpegno profuso nel vostro lavoro non sarà ripagato. Dati ISTAT alla mano, in Italia sono state pubblicate nel 2014 ben 38.394 opere, stiamo parlando di un libro ogni 15 minuti. A quanto pare sono più gli scrittori che i lettori e la tendenza a non leggere è in aumento.
Ma se nonostante i dati, nonostante la sorte avversa, nonostante la mediocrità delleditoria,  nonostante il possibile fallimento del vostro progetto, sentite di poter trasmettere delle emozioni, allora scrivete. Scrivete perché volete sognare, perché vi volete divertire, scrivete perché almeno non passerete una serata sui social network o davanti alla televisione. Scrivete perché tra quelle righe vi perderete e amerete  la vostra creazione, scrivete perché potrete dare un peso alle parole che la vita reale non concede, scrivete perché tra quelle righe ritroverete una parte di voi che non sapevate esistesse.
Laudacia ha in se genio, potere e magia, qualunque cosa desideriate fare, cominciatela. Adesso.
            

Grazie mille per la disponibilità, Massimiliano. Speriamo dunque di trovare presto in libreria unaltra delle tue entusiasmanti opere.

Matteo Bruno



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