mercoledì 9 aprile 2014

RECENSIONE DI WOLWES, di Veronica Niccolai

Non più freschissimo negli scaffali delle librerie – Wolwes (edito da Leone Editore) è uscito in autunno – il romanzo della scrittrice toscana Veronica Niccolai resta una lettura piacevolissima e originale.
Protagonista della vicenda è Lidia, una diciottenne romana che trascorre le vacanze estive a casa dei nonni, sulle montagne bellunesi. Oltre ad incontrare gli amici di infanzia che non rivedeva da anni, la ragazza viene presto coinvolta in una serie di avvenimenti misteriosi e sconvolgenti che catturano ed incuriosiscono il lettore. In questo l’autrice è molto abile, sa tessere un velo di mistero senza però mai svelare le carte, almeno fino al gran finale. In che consistono questi accadimenti misteriosi? Ovviamente, come ben si evince dal titolo, nella presenza di inquietanti “lupi mannari” e mutaforma che si aggirerebbero tra gli abitanti del borgo, mescolandosi ad essi senza che sia ben chiaro il loro ruolo e la loro attitudine. Insomma, le classiche parti del “buono” e del “cattivo” non sono ben definite, ed anzi si ribaltano continuamente da un capitolo all’altro.

Non si impressionino i lettori: Wolwes non è affatto un romanzo cruento e sanguinario. Anzi, direi che l’originalità sta proprio nell’aver trattato un tema tipico dell’horror con la leggerezza di un romanzo sentimentale. Ed infatti lo smarrimento tardo-adolescenziale e il turbamento delle prime “cotte” è un altro dei punti forti del libro. La storia d’amore che, tra litigi e incomprensioni, sboccerà faticosamente tra Lidia e Ruben – quest’ultimo il rampollo della misteriosa famiglia de la Croix della quale tutto il paese bisbiglia, nel bene e nel male – è la storia che ogni adolescente sogna: corse in motocicletta, piccole fughe da casa e trasgressioni alle regole domestiche un po’ bigotte e retrò imposte dalla nonna. Ecco che gli ingredienti di una lettura accattivante sono serviti.

La scrittura è semplice e fluida, snella ma descrittiva allo stesso tempo, i personaggi ben caratterizzati. Simpatiche e stuzzicanti – soprattutto per i più giovani, che senz’altro vi si potranno rispecchiare – le conversazioni via chat che la protagonista intrattiene con l’amica lontana, con tanto di smiles sorridenti; splendide le illustrazioni che fanno da cornice ad ognuno dei dodici capitoli e ottimamente curata la linea grafica, così come la copertina. L’autrice,  già nota per essere parte del duo musicale Kimagure e per condurre un programma radiofonico molto seguito in Toscana (C'era una (s)volta), è spesso impegnata in tour di successo in molte librerie d’Italia, e tanto impegno merita.

Insomma Wolwes è il primo capitolo di una saga che promette di diventare un cult tra i giovanissimi, ma non solo. Originale infatti è l’ambientazione, un urban fantasy che, se da un lato richiama un famoso colossal hollywoodiano come Twilight, dall’altra ha il pregio e il sapore dell’italianità. Non resta che attendere l’uscita della seconda parte. Dopotutto, se in così breve tempo la trama è stata opzionata per una versione cinematografica, un buon motivo dovrà pur esserci. Buona lettura!

M.B.


Nota: per chi volesse essere informato sullo Wolwes-Tour o su altri dettagli del romanzo, questo è il link da seguire:  http://veronicaniccolai.blogspot.it/

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