lunedì 7 aprile 2014

INTERVISTA A ROLANDO ZUCCHINI, ARTISTA UMBRO

Rolando Zucchini, dalla laurea in matematica alle arti. Lei ha iniziato la sua carriera negli anni 80 con la pittura, perché oggi ha sentito il bisogno di cimentarsi nella narrativa? E quali differenze e/o analogie ha riscontrato tra queste due sfere dellarte?
> Nel 1994 mi sono trasferito a vivere nell’antica dimora dei miei avi, in cima al paese natio. Qui sono stato assalito dai ricordi e ho avvertito l’esigenza di raccontare memorie su alcuni personaggi singolari, tradizioni e leggende. Nei primi anni del duemila ho iniziato a scrivere brevi racconti che sono confluiti nei miei due romanzi, La leggenda dei Turri (2009) e Il Regolo incantatore (2011). La scrittura, così come la pittura, necessita di una lunga e lenta maturazione per raggiungere una tecnica e uno stile congeniali al nostro modo di essere e di esprimerci, alla nostra individualità; predisposizioni, attitudini, interessi. Forse la pittura, soprattutto la pittura astratta nella quale mi sono fin da subito immedesimato, offre una maggiore libertà; mentre la scrittura è più rigida, severa, e abbisogna di regole che non possono essere trasgredite.
    
Il suo racconto fantascientifico Alea (Leone Editore, 2013) è incentrato su una minaccia che         incombe sulla Terra. È solo unopera di fantasia o sottintende un qualche insegnamento che dovremmo trarne?
> Quasi tutti gli scienziati concordano che il nostro pianeta sta soffrendo. Il riscaldamento globale potrebbe causare danni irreversibili. Alea narra di ciò che potrebbe accadere tra due - tremila anni. Sembra un futuro lontanissimo, ma noi siamo qui dopo milioni di anni di evoluzione a studiare le antiche civiltà. La catastrofe finale può essere evitata se luomo prenderà coscienza di essere uno straordinario viaggiatore cosmico su una meravigliosa astronave che è la nostra Terra. Amarla, rispettarla, darle la possibilità di rigenerare le energie e le risorse è condizione indispensabile per continuare il nostro viaggio nel cosmo.

Al contrario Il mestiere di Rina, in uscita in questi giorni, è in apparenza una storia dai connotati molto più terreni, eppure il protagonista Dario Morganti è sempre lo stesso. Come definirebbe questa sua opera?
> I quattro romanzi fin qui da me pubblicati hanno tutti come personaggio principale Dario Morganti. È un personaggio costruito su ricordi autobiografici, combinati con limmaginazione per adattarli a situazioni paradossali, fantastiche, assurde. Il mestiere di Rina è la storia di un amore insolito e bizzarro. Le vicende di Rina e Dario sono intercalate con cinque brevi racconti di tragici amori di epoche diverse, recuperati da cronache popolari e fonti storiche.

C’è un autore o un genere letterario al quale si ispira più di altri?
> Difficile dire. Fin da bambino, e poi da ragazzo, passavo intere notti a leggere fumetti di avventure e romanzi di numerosi autori: Italo Calvino, Paolo Volponi, Hermann Hesse e tanti altri. Non credo che i miei testi siano riferibili a un genere letterario preciso. Sinceramente, non sono in grado di organizzare una trama lunga e complessa. Mi limito a scrivere corti romanzi (a me piace definirli romanzetti) accumulando episodi sparsi tra fantasy, storico, giallo, fantascienza, e chissà altro, che sincastrano a mosaico e si legittimano nella cornice finale.

Infine, quali progetti ha per il suo futuro letterario? C’è un messaggio che si sente di comunicare ai lettori del blog?

> Conclusa la tetralogia dedicata alle avventure di Dario Morganti, sto creando un nuovo personaggio, un matematico umbro di fine ottocento. Spero di farcela. Lunico messaggio che mi sento di comunicare ai lettori del Tuo blog è di cercare un qualsiasi modo per dare sfogo alla propria creatività, ai desideri e alle aspirazioni.

Per chi volesse saperne di più, Rolando Zucchini vi aspetta insieme alle sue opere (letterarie e non) venerdì 25 aprile all'inaugurazione della sua mostra personale alla Galleria 121, in zona San Sisto a Perugia.

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